N° 28

 

SUPERPATRIOTI

 

(PARTE TERZA)

 

 

UN SOGNO CHIAMATO AMERICA

 

 

Di Carlo Monni

 

 

PROLOGO

 

 

            Sei rimasto solo tu adesso. Ti sei lasciato tutti alle spalle. U.S.Agent è stato il primo a cadere, seguito da Guardian, poi è toccato a Miss America e quindi a Battlestar. Infine, sei stato costretto ad abbandonare Spirito Libero. Tutti si sono sacrificati perché tu raggiungessi l’obiettivo e tu non ti sei fermato. A nulla sono servite le trappole o gli uomini armati, hai vinto ogni sfida. Ora devi raggiungere il tuo obiettivo e tutto il sangue, il sudore, le lacrime, i sacrifici avranno un senso. C’è solo una porta tra te e quello che devi fare, una porta d’acciaio temperato ed un solo uomo dinanzi ad essa, l’ultima sfida.

Il suo nome è Crossbones e tu sei Capitan America e per il bene dell’umanità non puoi perdere questa sfida.

 

 

1.

 

 

            Il tuo nome è Capitan America, il simbolo vivente di quanto di buono c’è nella nazione di cui porti il nome. Sei l’ultimo a portare avanti una tradizione che dura da oltre 70 anni, da quando il magro e malaticcio Steve Rogers si sottopose all’esperimento chiamato Progetto Rinascita, un trattamento a base di composti chimici, chiamati comunemente Siero del Super Soldato e radiazioni controllate denominate Raggi Vita. Grazie al Progetto Rinascita, Steve Rogers raggiunse il picco della perfezione fisica umana: forte, muscoloso, resistente ad ogni malattia e con poteri di recupero molto superiori a quelli di un comune essere umano. Usò queste sue doti per padroneggiare ogni disciplina atletica, diventare un maestro di qualsiasi forma di combattimento corpo a corpo, mentre, nel contempo, veniva addestrato nelle arti della strategia e della tattica, cose che, unite ad un carisma naturale, ne fecero un leader nato, un faro, una speranza nella lotta contro lo spettro del Nazismo, ne fecero il primo e per molti versi il solo ed autentico Capitan America.

            Buffo che tu ci pensi ora no? Ora che il manto di Capitan America, la fiaccola di Sentinella della Libertà è passata a te, riluttante guerriero; ora che stai andando a contrastare un piano ideato da colui che del nazismo era la personificazione più autentica e feroce: il Teschio Rosso. Si è buffo, perché quando Rogers affrontò per la prima volta il Teschio Rosso le cose erano semplici e chiare: era uno scontro del bene contro il male, nessuna sfumatura, nessun dubbio, tutto era sicuro.

            Ma quello era allora e mentre guardi fuori dal finestrino della navicella che ti porta a destinazione, sai che non c’è più nulla di certo oggi, compreso cosa rappresenti realmente di questi tempi. Di una cosa sei sicuro, però: a quelli come il Teschio Rosso o il Barone Strucker non può essere permesso di prevalere e questa consapevolezza ti sostiene nella tua missione

            Spirito Libero è seduta accanto a te e, come se sentisse il tuo disagio interiore (o c’è un altro motivo?), posa la sua mano sulla tua e tu ti volti verso di lei e sorridi :

-Andrà tutto bene.- le dici e ti auguri di sembrare convincente.

 

            Trenta minuti prima. A bordo dell’Eliveicolo dello S.H.I.E.L.D. un gruppo di riluttanti compagni di squadra riceve le ultime informazioni relative alla missione. 

La squadra suddetta è formata da Capitan America, l’ottavo a portare quel nome, alias Jeff Mace, un giovane che lotta per essere all’altezza di un mito; Spirito Libero, Cathy Webster, la supersoldatessa che avrebbe dovuto esserE l’araldo del potere femminile e che oggi combatte per la libertà e la giustizia per tutti; Miss America, Rachel Leighton, ha un passato da farsi perdonare e cerca di farlo portando avanti la tradizione di un’eroina degli anni ’40; U.S.Agent, alias John Walker, o Jack Daniels, se preferite, un soldato che cerca di servire al meglio il suo paese, costi quel che costi; Battlestar, Lemar Hoskins, ha imparato dure lezioni nella sua vita e commesso errori, ma ha scelto la parte giusta.

-Ricapitoliamo…- sta dicendo George Washington “G.W.” Bridge, il Direttore della Sezione Stati Uniti dello S.H.I.E.L.D. -… abbiamo ricevuto questo video solo, poche ore fa…-

            Su un maxischermo appare un’immagine del Monte Cheyenne, sulle Montagne Rocciose, in Colorado. È un’immagine ripresa da un satellite, ma è molto nitida, è possibile cogliere molti particolari della parte superficiale dell’installazione militare che si trova all’interno della montagna. Improvvisamente, il volto del Teschio Rosso si sovrappone all’immagine e la fredda e dura voce del criminale si ode nella stanza

<<Voi credete che questa fortezza sia imprendibile, ma vi sbagliate, io posso impadronirmene quando voglio e lo farò. Tuttavia, sarebbe troppo facile farlo senza una sfida ed io sfido colui che si fa chiamare Capitan America a fermarmi. Alle ore 17 di domani inizierà un attacco da cui non ci sarà difesa. Entro le ore 20 l’intera montagna e tutto ciò che vi è all’interno sarà sotto il mio completo controllo.  In quel momento voi tutti saprete che il cosiddetto Capitan America, e con lui tutti coloro che chiamano se stessi difensori della democrazia e della libertà, non è all’altezza della potenza e della forza che io rappresento. Avrei potuto agire senza avvertire, ma non avrei avuto il divertimento che mi darà vedere il successore del mio più odiato nemico fallire davanti agli occhi del mondo. Voglio essere sportivo, però…>> il volto sullo schermo si deforma in un ghigno malvagio. <<… Concederò al mio avversario di portare con se qualcuno dei suoi amici in costume per assisterlo.  Non più di sei buffoni in costume. e non più di un membro per ogni supergruppo conosciuto. Ogni tentativo d’interferenza da parte di altri o qualsiasi altro trucco avrà come risultato un attacco che ridurrà in cenere l’intera montagna ed i suoi abitanti senza preavviso. Potete ritenerlo un bluff se volete, ma siete pronti a rischiare?>>

            La voce tace ed il video diventa nero, mentre nella sala si odono le note della Marcia Funebre di Chopin. Mentre si riaccendono le luci, nessuno parla, poi è Bridge a riprendere il discorso:

-Ora capirete perché ho voluto Capitan America. Il Teschio è stato molto chiaro in proposito, vuole proprio lui. Per quanto mi piacerebbe essere io a cancellargli quel ghigno dalla faccia, lui ha scelto il suo avversario e non ci resta che assecondarlo, almeno per il momento. Intanto lasciate che vi chiarisca un paio di cose: per coloro che non lo sapessero ancora, eccovi una lezioncina sul luogo dove andrete.- Sul monitor alle spalle di Bridge appaiono, in sequenza, foto e grafici -La Cheyenne Mountain Air Force Station ospita la sede operativa di quattro diversi comandi militari Il più importante è il Cheyenne Mountain Operation Center del NORAD, detto brevemente CMOC. Per coloro di voi che fossero proprio ignoranti di cose militari, dirò che il NORAD ovvero il North American Aerospace Defense Command, è un’organizzazione militare binazionale, gestita in comune dal Dipartimento della Difesa Americano e dal Ministero della Difesa Canadese. Il suo comandante è nominato congiuntamente dal Presidente degli Stati Uniti e dal Primo Ministro Canadese ed è responsabile verso entrambi. Il compito del NORAD è monitorare e difendere lo spazio aereo nordamericano. Il tutto con l’ausilio di satelliti, radar ed affini. Assieme al NORAD nel Monte Cheyenne ci sono altri tre comandi, questa volta della Difesa americana: lo United States Northern Command, detto USNORTHCOM; lo United States Strategic Command, USSTRATCOM, e l’Air Force Space Command, AFSPC. Tutti quanti sono ospitati in un complesso nelle viscere della montagna capace di sopravvivere ad un’esplosione nucleare di 5 megatoni ed è quasi del tutto autosufficiente per periodi d’emergenza. Le viscere del Monte Cheyenne sono anche, la casa, diciamo così, di un certo numero di missili tattici e strategici armati con testate nucleari capaci di distruggere mezzo globo da soli. Quindi, capirete che se il Teschio o suoi agenti ne guadagnano il controllo, ci troveremo tutti, in una gran brutta situazione.-

-Da quello che ho sentito del NORAD e del Monte Cheyenne…- interviene Battlestar -… quel posto dovrebbe essere virtualmente inespugnabile, come spera il Teschio Rosso di riuscire nell’impresa?-

-Per quanto le sue difese siano migliorate da allora, la montagna è già stata espugnata una volta…- risponde Bridge -… il Conte Nefaria ed un gruppo di suoi superagenti, gli Ani Uomini, riuscirono a penetrarvi ed impadronirsene e per poco non scatenarono l’apocalisse nucleare. Fu fermato solo grazie agli X Men che perdettero uno dei loro in quell’impresa[1]  e non ebbero neanche una parola di ringraziamento per questo, tra le altre cose. Non possiamo, quindi, permetterci di prendere sottogamba la minaccia. A causa dell’importanza quasi vitale dell’installazione per la difesa americana e canadese, sono state prese delle decisioni sull’organizzazione dell’impresa in cui state per imbarcarvi: la logistica dell’intera operazione di antiterrorismo sarà affidata allo S.H.I.E.L.D. ma, la nostra organizzazione non prenderà parte all’impresa direttamente. È stato concesso a Capitan America di portarsi dietro due alleati a sua scelta per i quali garantiamo noi dello S.H.I.E.L.D. americano, ed a loro saranno affiancati due agenti scelti dal Governo degli U.S.A. ed uno scelto dal Governo Canadese, ovvero Guardian di Alpha Flight, che è già in volo verso il Colorado. Sarete sei in tutto, i soli operativi in costume autorizzati in quest’impresa, secondo le richieste del Teschio, peraltro. A questo punto, l’unica altra cosa che posso dirvi è: buona fortuna, ne avrete bisogno, temo.

            E non sbagli, pensano tutti.

 

            Elizabeth Mary Mace apre gli occhi e per un attimo si meraviglia di essere ancora viva, poi capisce che chi le ha sparato in quel garage sotterraneo non intendeva affatto ucciderla, deve aver usato una specie di tranquillante. Rimane, però, la domanda: perché? Si tratta di qualcuno che ha scoperto il legame della famiglia Mace con Capitan America, oppure c’è sotto dell’altro, qualcosa connesso a lei personalmente o alla carriera di suo padre? E come c’entra la scomparsa di sua sorella Roberta in questo? Troppe domande e nessuna risposta. Ora, per prima cosa, deve pensare a fuggire.. Lizzie si mette a sedere sulla brandina in cui era sdraiata sinora. A quanto pare è in una cella. Niente finestre, porta apparentemente blindata e la stanza è spoglia, senza nulla da poter usare come mezzo di fuga. O così credono loro. Uno dei vantaggi di un addestramento curato dai migliori Uomini del Mistero di un’era passata è che s’imparano un sacco di trucchi… come questo. Lizzie si toglie la scarpa destra, ruota il tacco e lo sfila, rivelando una lama piccola, ma appuntita. Le ci potrà volere una vita per schiodare la porta dai cardini, ma lei non ha altro da fare, dopotutto. 

 

 

2.

 

 

            Il suo nome è U.S.Agent, il destino ha cospirato per farne un superagente al servizio del suo Paese, quel Paese che ama sopra ogni altro. Non che sia cieco ai suoi difetti, ma un uomo deve fare delle scelte e lui ha fatto la sua e non ne è pentito.  John Walker è un ricordo del passato, è dovuto morire, sepolto coi suoi genitori coi brutti sogni, e molte altre cose. Jack Daniels è un uomo nuovo adesso, duro, forse, spietato, magari, ma viviamo in un mondo duro in cui bisogna prendere decisioni difficili e sacrificarsi perché altri possano vivere in pace e senza preoccupazioni. Questo è il suo ruolo, il ruolo di U.S.Agent e lui non lo tradirà

            Al suo fianco Battlestar, forse l’unico vero amico che abbia mai avuto. Lemar è un ragazzo in gamba, sprecato con la Silver Sable International, ma chissà che non accetti un’offerta da parte del Governo?

-A dir la verità, l’idea mi tenta…- gli sta dicendo Battlestar -… ma non so se mi va di essere considerato la tua spalla, amico.-

-Sciocchezze.- taglia corto U.S.Agent –Ad essere onesti, Lemar, tu sei l’unico di cui so di potermi fidare, il che è molto più di quanto possa dire di quella manica di burocrati che stanno a scaldare la loro poltrona a Washington, credimi.-

Non è un pensiero consolante, commenta fra se e se Lemar Hoskins.

 

Circa tre Ore fa. Washington DC. Alden Rusk si è appena insediato nel ruolo di Consigliere Speciale del Presidente per gli affari Superumani, un ruolo, di fatto, creato apposta per lui ed a cui teneva in modo particolare. Ad essere onesti, a parte la targhetta sul suo solito ufficio, non sembra essere apparentemente cambiato molto nella sua routine, ma a tempo debito il suo ruolo di responsabile del coordinamento della politica presidenziale verso i superumani si rivelerà cruciale, ne è convinto. Per il momento, i suoi nuovi doveri implicano anche trattare con U.S.Agent.

-… considerato il pericolo, non potevamo opporci alla richiesta di intervento dello S.H.I.E.LD., visto che i canadesi erano d’accordo, ma almeno ci sarà qualcuno a sorvegliare che gli interessi di questa Amministrazione, di questa Nazione, siano salvaguardati, qualcuno come te U.S.Agent.  Ci sono domande sulla missione?-

-Nessuna, signore.- risponde U.S.Agent –Rinnovo solo la mia richiesta di arruolamento di Battlestar, sono convinto che sarà un elemento utile.-

            Per un attimo Rusk si morde le labbra, poi.

-Sarebbe un po’ irregolare, ma vedo che Battlestar ha già lavorato per noi in passato e non ho particolari obiezioni. Ho già dato ordine di ricercarlo.-

            Agent si chiede quanto realmente Rusk sappia del suo passato. È tra coloro autorizzati a leggere per intero il suo dossier? O appartiene al gruppo di coloro a cui non è concesso di sapere che U.S.Agent è Jack Daniels e che Jack Daniels è, a sua volta, il defunto John Walker, meglio noto come il Super Patriota II e Capitan America VII?  Jack detesta queste sottigliezze politiche, il che gli fa pensare al fatto che Rusk, invece, ne è un vero esperto.

-Voglio chiarire una cosa, però…- sta proseguendo Rusk -… qualunque sia la risposta di Battlestar, voglio che tu sia al Q.G. dello S.H.I.E.L.D. tra un’ora esatta e sia chiaro che in questa storia non possiamo permetterci fallimenti.-

            U.S.Agent scatta sull’attenti sbattendo i tacchi

-Non ci saranno fallimenti, signore, glielo garantisco personalmente.-

            Come possa riuscirci, pensa Rusk, è un altro paio di maniche.

 

            A New York l’uomo chiamato Super Patriota osserva il suo costume appeso in un armadio. Ha una strada dura davanti a se, ma l’America va protetta ad ogni costo, ma, aldilà dei proclami, nessuno ha il coraggio di fare realmente qualcosa di definitivo per garantire sicurezza ai cittadini di questa grande nazione. Nessuno, a parte lui, naturalmente. Lui sa cosa va fatto e non ha paura di farlo.

            Indossa il costume e si prepara a punire un altro pò di traditori.

 

 

3.

 

 

            Il suo nome è Guardian, è canadese ed è fiero di esserlo. Anni fa era solo uno scienziato di nome James MacDonald Hudson che aveva inventato un esoscheletro capace di conferire a chi lo indossasse straordinari poteri d’origine elettromagnetica. Dopo una serie di vicende ha finito per ricavarne un costume il cui disegno è modellato sulla bandiera del suo paese, il Canada. Da allora ha assunto l’alias di Guardian, è diventato il leader del supergruppo governativo canadese chiamato Alpha Flight, è morto due volte (o, per essere esatti, è stato creduto tale), è ritornato altrettante ed ha finito per diventare una sorta di simbolo vivente della sua nazione.. Il che spiega perché si trovi materializzato improvvisamente nel cielo del Colorado, in posizione perpendicolare rispetto al Monte Cheyenne. Gli interessi vitali del suo paese sono minacciati da un nemico crudele e spietato e lui è stato scelto per una missione di difesa. Arrivare in fretta non è stato difficile, è bastato inserire le giuste coordinate sul computer incorporato nel costume, volare sino al limite dell’atmosfera, sfasarsi rispetto alla rotazione terrestre e poi rimanere fermo nella sua posizione, mentre il pianeta Terra continuava il suo eterno movimento sino a che il suo obiettivo non si è trovato sotto di lui; a quel punto, i sensori della sua armatura gli hanno segnalato che era il momento di rientrare in sincrono col movimento terreste. L’intera operazione ha richiesto solo pochi minuti ed ora Guardian scende verso la Montagna proprio mentre vi arriva una certa navicella con le insegne dello S.H.I.E.L.D.

 

            Mezz’ora fa. Il suo nome era Dipartimento H e molti lo chiamano ancora così, non ufficialmente. Si tratta di una struttura governativa canadese più volte smantellata e ricostruita. Nato come costola di un’operazione militare congiunta tra americani e canadesi dalle finalità alquanto dubbie ed abbandonata in seguito ad un incidente sulle cui modalità i due paesi mantengono uno stretto riserbo; il Dipartimento H era stato posto inizialmente sotto la responsabilità del Dipartimento della Difesa Nazionale ma attualmente è stato ricostruito come agenzia del Dipartimento di Pubblica Sicurezza e Preparazione alle Emergenze, ma come si è detto, le vecchie abitudini sono dure a morire e molti continuano a chiamarlo, non ufficialmente, Dipartimento H, una sigla che alcuni sostengono significare semplicemente l’iniziale del cognome Hudson e potrebbero aver ragione. Il compito principale dell’agenzia consiste nell’amministrare e coordinare il supergruppo Alpha Flight e gli eventuali due gruppi minori, Beta Flight e Gamma Flight, e nel contrastare minacce di tipo superumano o extraumano. A dirigere l’Agenzia ed a fare da cinghia di trasmissione tra i supereroi in questione, il Ministro ed il resto del Gabinetto del Canada è un Direttore nominato dal Governatore Generale su consiglio del Primo Ministro.

L’attuale Direttore si chiama Heather McNeil Hudson ed è la moglie di Guardian. Se la giovane donna trova difficile essere il capo del proprio marito non lo da a vedere quando lui entra nel suo ufficio per trovarvi un’altra donna: Marguerite Varenne, Direttore della Sezione Canadese dello S.H.I.E.L.D.

            Bastano pochi minuti alle due donne per spiegare a Guardian la situazione e lui annuisce.

-Conosco il Monte Cheyenne.- dice –Ho visitato le installazioni del NORAD qualche anno fa. Sembra impossibile che uno come il Teschio Rosso o chi per lui possa credere di riuscirci. Come hai detto che si chiamano quei tipi ed il loro gruppo?-

-I Fenris, ovvero Andreas ed Andrea Von Strucker, leader di un gruppo neonazista che si fa chiamare Lupi Neri.- risponde Heather

-I figli del Capo dell’Hydra? Curioso che il Teschio Rosso si sia rivolto proprio a loro. Credevo che quel nazista preferisse usare i suoi uomini ed intervenire personalmente.-

-Stando ai files dello S.H.I.E.L.D. da un pò di tempo preferisce un approccio più sottile, forse è per questo che ha richiesto l’aiuto degli Strucker o, magari, c’è qualche altro motivo.- commenta Heather –Al momento, non ha una grande importanza, ciò che importa è che sei stato scelto per rappresentare gli interessi canadesi. È vitale che le risorse del NORAD non cadano in mano a quei tizi.-

-Non accadrà, se potrò evitarlo.- replica Guardian.

            Poco più tardi, dopo un breve colloquio privato con la moglie, Guardian lascia l’ufficio e si prepara alla partenza.

 

            Sono anni che non ha più una vita sua, che il nome del Sergente Sean Clinton McIntyre dell’Esercito degli Stati Uniti, condannato per insubordinazione ed omicidio, ha cessato di avere un significato per chiunque, compreso lui. Per oltre sessant’anni ha dormito un sonno simile alla morte per essere poi risvegliato dagli uomini dell’A.I.M. che gli ha dato un nuovo nome, Maggiore Libertà, e quello che sembrava uno scopo nobile con cui riscattare gli errori passati:. Combattere per il bene del suo paese e della democrazia. Quando ha scoperto di essere stato manipolato dall’A.I.M. per combattere contro l’originale Capitan America, ha giurato di distruggere quell’organizzazione e tutte le altre ad essa simili, un giuramento finora non coronato da molto successo.

            Immaginate il suo stupore quando, risvegliandosi da un sonno che gli pare innaturalmente lungo e pesante, si ritrova in un’ampia sala con indosso il suo costume di battaglia e con delle luci puntate in volto.  L’ultima cosa che ricorda è di essere entrato in un hotel di Philadelphia, di essere salito in camera, essersi spogliato e sdraiato sul letto per poi addormentarsi.

            Il suo istinto di combattente lo pone subito all’erta ed i suoi occhi scrutano intorno, ben presto vede le silhouette di uomini armati, indossano le tradizionali uniformi dell’A.I.M. ma, invece di essere gialle sono di un blu intenso.

-E così mi avete trovato per primi.- dice –Non importa, qualunque cosa abbiate in mente, scoprirete che non è facile trattenermi.-

Così dicendo, Il Maggiore Libertà raccoglie il suo scudo, posato a terra, e si prepara a balzare, quando, dal cono d’ombra creatosi dietro le luci puntate contro di lui, emerge una grottesca figura.

-Calma, Maggiore Libertà.- gli si rivolge –Non sono tuo nemico, anzi, il nostro nemico è lo stesso.-

-E tu chi saresti?-

-Puoi chiamarmi Modok ed insieme sconfiggeremo l’A.I.M..-

 

 

4.

 

 

           

            Sei supereroi e supereroine in costume, quattro uomini e quattro donne a cui è stato assegnato l’incarico di sventare una minaccia di cui non sanno dire quando e dove colpirà e non è un compito facile. La navicella dello S.H.I.E.L.D. viene fatta entrare dentro il Monte Cheyenne, seguita dalla figura volante di Guardian, poi riparte lasciando te ed i tuoi compagni ad affrontare… cosa?

            Senti gli sguardi di tutti puntati su di te. Nel gruppo Guardian è quello con più anzianità di servizio e tu sei il novellino, eppure è da te che si aspettano di essere guidati, da Capitan America.

            Il comitato d’accoglienza è formato da un gruppo di soldati ed ufficiali tra cui si fanno avanti due colonnelli, rispettivamente dell’United States Air Force del Canadian Forces Air Command. Subito U.S.Agent si mette sull’attenti sbattendo i tacchi e facendo il saluto. Dopo un attimo d’esitazione, tu lo imiti un po’ goffamente.

            L’ufficiale americano si presenta:

-Sono il Colonnello Joseph Fletcher, Direttore del Comando Unificato di Monte Cheyenne e questo è il mio collega Colonnello Julius Gorman dell’AIRCOM Canadese, responsabile del NORAD in questa Stazione. Mi è stato ordinato di farvi entrare, perché ci dovrebbe essere un attacco da parte di uno di quei pazzoidi con cui voi siete soliti battervi. Mi scusi… ehm…Capitano… ma lo ritengo impossibile. Siamo ad oltre 2000 piedi[2] nel sottosuolo, circondato da pareti di solida roccia e metallo impenetrabili, capaci di resistere ad un’esplosione nucleare, un attacco biologico e chimico e molto altro ancora. Non vedo come il Teschio Rosso o chi per lui potrebbe sperare di invadere questo posto e vincere.-

.Se mi permette, Colonnello…- ti azzardi a dire -… la mia esperienza personale e quella dei miei predecessori m’induce a non sottovalutare le risorse del Teschio Rosso. Quando manda un ultimatum, sa sempre che cosa dice.-

-Sarà come dite voi.- ribatte il Colonnello -… ma io sono scettico, vi avverto.-

            Scuoti la testa, è inutile ragionare con quell’uomo, pensi, speriamo che non debba pentirsi

-Sei preoccupato anche tu?- ti chiede improvvisamente Spirito Libero.

-Abbastanza.- ammetti –Sai anche tu che il Teschio non è uno da sottovalutare. Avrà di certo pensato ad un modo di invadere la Montagna e mi auguro di scoprirlo prima che sia troppo tardi.- esiti un po’, poi ti decidi a dirle –Ti trovo bene sai? Sei davvero in perfetta forma.-

Sta arrossendo, forse?

-Beh anche tu… uhm… ti presenti bene, sai?- risponde la ragazza.

-Bene, bene, spero che c’inviterete al matrimonio ragazzi.- commenta acidamente Miss America. Tu le lanci un’occhiataccia e stai per dirle qualcosa, quando interviene Guardian:

-Ragazzi, non mi sembra il caso di farci trascinare nella solita routine dei compagni di squadra che litigano tra loro, abbiamo un nemico molto insidioso e se l’ora che vedo su quel muro è corretta, abbiamo meno di un’ora e tre quarti prima dell’attacco.-

            Miss America è perplessa, c’è qualcosa che le sfugge in tutto il discorso, qualcosa a cui avrebbe dovuto pensare da prima, ma cosa? Improvvisamente lo capisce ed esclama:

-Ehi! E se quando ha mandato il video, il Teschio non si fosse riferito all’ora del Colorado? Una volta aveva una base nei Caraibi, giusto? E se fosse quella l’ora a cui si riferiva o, magari l’ora di New York dove c’è il Q.G. dello S.H.I.E.L.D.?-

-Ehi non è una tesi sballata.- commenta Battlestar.

-No, devi sbagliarti.- replica U.S.Agent –Se fosse vero, allora l’invasione sarebbe già iniziata contemporaneamente al nostro arrivo e non può essere possibile.-

Improvvisamente, alcuni dei soldati che vi scortano si fermano, i loro lineamenti si modificano come se fossero fatti di cera, assumendo l’aspetto di umanoidi gialli e, contemporaneamente, davanti a voi, due ufficiali si sbarazzano rapidamente delle uniformi rivelando, al di sotto, una tuta verde. Sono un uomo ed una donna.

-Non esserne sicuro, buffone americano.- dice l’uomo, in inglese con un accento tedesco appena accennato.

-I Fenris non falliscono mai il bersaglio.- aggiunge la donna, prendendo per mano il fratello.

            Sono già qui, pensi tu, aspettavano solo voi ed i vostri guai sono appena iniziati.

 

            Questo è un suo affare privato e molto, troppo personale.  Sharon Carter siede senza parlare. Nessuno sa che lei è qui, lei non ne ha parlato con nessuno e del resto, con chi avrebbe dovuto farlo? Quella psichiatra, o quello che è, forse? E perché, poi? Che differenza avrebbe potuto fare? E così Sharon Carter, uno dei migliori ufficiali dello S.H.I.E.L.D. siede in silenzio nella stanza di un piccolo ospedale poco fuori la Capitale della Virginia, al capezzale di una ragazzina di poco più di quattro anni bionda come lei, consapevole che dovrebbe provare dolore, pena e forse altro ancora, ma non riesce a provare niente. Una parte di lei lo vorrebbe disperatamente, ma è una parte troppo piccola della sua anima e non riesce a farsi sentire. E così Sharon si alza dalla sedia ed esce dalla stanza. Il corridoio risuona dei suoi passi, poi una voce la chiama

-Supervisore Carter!-

            Un medico, il responsabile del reparto. Come si chiama? Che importa? Sharon non ha voglia di starlo a sentire, ma non ha scelta.

-Devo parlarle. – le dice l’uomo -È una cosa molto urgente.-

            E quando Sharon sente quel che il medico ha da dirle qualcosa nella barriera che si è costruita inizia a spezzarsi.

 

            Beffati! È quello che pensi mentre vedi le due figure in verde mettersi  a ridere.Improvvisamente ti accorgi che nonostante le sue vanterie, forse siete tu ed i tuoi alleati ad essere prigionieri del Monte Cheyenne e non il contrario

            Come se ti leggesse nella mente Andrea Von Strucker parla, rispondendo ad un tuo quesito inespresso.

-Non è stato difficile prendere il controllo della base. Nei giorni passati, i meravigliosi costrutti del Dottor Zola[3] si sono infiltrati nella base sostituendosi al personale e così hanno fatto gli androidi di Machinesmith, tanto perfetti da ingannare qualunque esame o quasi. Avremmo potuto colpire da tempo, ma aspettavamo solo una cosa…-

-Il mio arrivo. Le parole ti escono naturali senza che quasi tu ti accorga di averle pensate. Molte cose ti appaiono ovvie adesso: il Teschio Rosso ti voleva qui perché fossi presente alla sua vittoria, per umiliare colui che incarna il suo più grande nemico. Chissà che ne direbbe Rogers se fosse qui?

-Qual’è il vostro scopo?- chiede Spirito Libero.

            E’ Andrea Von Strucker a risponderle:

-In questo momento uno dei costrutti di Zola è nella sala comandi dei missili ICBM. A quest’ora ha neutralizzato le guardie e, protetto da una porta pressoché, impenetrabile sta riprogrammando i codici di lancio dei missili per lanciarli in un unico massiccio distruttivo attacco su nuovi bersagli da noi scelti. Nell’anno in cui l’Europa festeggia lo sbarco in Normandia, assaggerete la nostra vendetta.

-Com’è possibile?- esclami -Come fa Machinesmith ad avere i codici?-

            Ora è Andrea a rispondere:

-Se al tuo posto ci fosse il tuo predecessore, certamente ricorderebbe che c’è stata una volta in cui Machinesmith ha avuto accesso a quei codici, quando si impadronì della famosa valigetta del Presidente del vostro decadente paese.[4] Certo i codici sono stati cambiati da allora, ma non il sistema con cui vengono elaborati e questo è stato un errore fatale.-

-Siete pazzi, tutti pazzi!- esclami –Ve lo impediremo.

-Oh, ma questo è lo scopo del gioco, Capitano.- ribatte con un ghigno Andreas –Ci sono cinque livelli sotterranei tra qui e la sala comandi e tu ed i tuoi amici avete solo 40 minuti per sconfiggerci tutti ed impedire l'apocalisse nucleare, ma non ci riuscirete.-

-Questo lo dici tu, strega!-

            Con un balzo U.S.Agent balza addosso ai due gemelli facendoli cadere a terra e separandoli.

-Attaccate, intima –Finché non si toccano i loro poteri non funzionano.-

            Sarebbe un’ottima idea sennonché avete un sacco di fucili puntati contro e pronti a sparare. Ok, che farebbe Rogers al tuo posto?

 

 

5.

 

 

            La porta si apre e Lizzie si muove cautamente. Che sta succedendo? Si chiede, non è stata lei a forzare la serratura, si è aperta da se. Qualcuno sta giocando con lei, forse? Beh, scoprirà che non è facile prenderla in giro. Uscita dalla cella si trova di fronte un corridoio. Non le resta molta scelta: prende la strada di fronte a lei.

            Una telecamera segue il suo cammino ed un uomo si concede un sorriso. Perfetto, pensa, vieni da me, sono pronto.

 

            C’è poco da stare a pensarci, le scelte sono solo due: arrendersi o combattere e non hai davvero bisogno di chiederti cosa farebbe Steve Rogers al tuo posto, sai benissimo la risposta.

            Il tuo scudo vola nell‘aria, descrivendo un arco perfetto mentre strappa dalle mani dei costrutti di Zola in veste di soldati le loro armi per poi tornare da te. Contemporaneamente salti e ti butti in mezzo a loro, una mossa azzardata, forse, ma perfettamente in linea con il tuo personaggio.

            Abbattere degli androidi non è facile, non sentono dolore, non si stancano, ma non ha importanza, perché non è da Capitan America arrendersi.

 

            Spirito Libero blocca le mani di Andrea Strucker. Se quanto le hanno detto è vero, la ragazza può usare i suoi poteri energetici solo quando è fisicamente connessa al suo gemello, quindi se le impedisce di toccarlo sarà solo una questione di corpo a corpo ed in questo lei è al massimo della forma..

            Con stupore di Spirito Libero, Andrea si muove rapida e le sferra una ginocchiata allo sterno, poi, dopo che Cathy, sorpresa, ha lasciato la presa sui suoi polsi, la colpisce con un pugno alla mascella proiettandola all’indietro.

-Stupida vacca!- le dice la giovane Strucker –Sono allenata in qualsiasi forma di combattimento all’arma bianca, posso ucciderti senza problemi a mani nude.-

-Puoi solo provarci.- ribatte Spirito Libero e le si precipita contro. Le due donne cadono, avvinghiate, sul pavimento.

            Sopra di loro, una serie di orologi scandisce inesorabile il passare dei minuti.

 

 

6.

 

 

            La corsa di Lizzie termina in un’ampia sala circolare dalle pareti bianche ed apparentemente senza alcuna apertura. Non è possibile, pensa la ragazza deve esserci un passaggio. Tutto questo non ha senso: prima la catturano e poi la rinchiudono in una cella, poi improvvisamente la liberano. Deve avere un senso tutto questo, deve

-Ok chiunque voi siate, è ora di una spiegazione, non credete?- grida, rivolta ad un invisibile uditorio.

            La parete di fronte a lei si apre e ne escono due familiari figure: una è una donna vestita di una specie di guepiere violetta e le gambe rivestite di calze a rete, guanti, stivali e la maschera che le copre il volto sono simili a quelli del costume del Barone Zemo e dell’attuale Barone Zemo lei dovrebbe essere la moglie, a quanto si dice, ed è per questo che il nome in codice con cui è nota è la Baronessa; l’uomo accanto a lei indossa un bizzarro costume scuro con delle specie di ali da deltaplano incorporate e con una bizzarra maschera a forma di testa di tigre; il suo nome è, e sembra impossibile crederlo, Tigre Volante

-Ci rivediamo, finalmente, avvocato.- dice l’uomo.

-Tu!- esclama Lizzie.

-Mi sento molto poco considerata.- interviene la Baronessa –il capitano Mace non ha occhi che per te mio caro.-

-Faccio sempre quest’effetto alle donne.- commenta, divertito l’altro sfilandosi la maschera da tigre che indossa e rivelando il volto dell’uomo che dice di chiamarsi Michael Walter Rogers ed ancora una volta Lizzie Mace è sorpresa dalla sconcertante somiglianza con Steve Rogers, il primo Capitan America, un volto quasi identico, solo più vecchio di una quindicina d’anni. Ma la cosa che lascia senza fiato Lizzie è quel che vede alle loro spalle: sdraiata in una specie di lettino e legata con delle cinghie si trova, apparentemente addormentata sua sorella Roberta. La collera monta improvvisamente in Lizzie.

-Voi avete rapito mia sorella? Ma perché?-

-Questo riguarda solo noi due, mia cara. Vuoi scusarmi Baronessa?-

-Ma certo.- risponde Heike Zemo, se di lei davvero si tratta. –Vi lascio soli. A quanto pare, avete molte cose da dirvi.-

            La donna velata esce dalla stanza attraverso un altro passaggio, ed ora i due si fronteggiano.

-Che cosa vuoi da me?-chiede Lizzie –Cosa vuoi dalla mia famiglia?-

-È una storia lunga, ma interessante, magari potresti chiederlo a tuo padre… o a tua madre.-

-Tu li conosci?-

-Diciamo che loro conoscono me e molto bene anche. Certo, non mi conoscono con il mio attuale alias e mi credono morto, ma in fondo viviamo in un mondo in cui i morti non restano morti a lungo e chi vive ha tempo per pentirsene, perché vedi, mia caro Capitano Mace… la jungla respira.-

            Ed anche se non capisce il significato della frase, Elizabeth Mace comprende che cela una minaccia non per lei soltanto, ma per tutta la sua famiglia.

 

Quel che sta accadendo al Monte Cheyenne può essere descritto, con le immortali parole di un anonimo, come: “un altro bel pasticcio”. Nei minuti che sono passati da quando i Fenris ed i loro alleati si sono rivelati, l’intera struttura di sicurezza del Monte Cheyenne si è messa in moto, solo per scoprire di essere stata resa impotente. Del resto, le strutture dell’installazione militare sono state concepite per tenere fuori i pericoli, non per combattere un pericolo che venga dall’interno. In pochi istanti, intere squadre di soldati delle più varie armi sono tagliate fuori dal corridoio principale ed abbattute da massicce dosi di un misterioso gas. Ora solo coloro che si trovano nel corridoio d’entrata sono in grado di fermare il nemico.

 

            .U.S.Agent affronta Andreas Strucker. Come sua sorella, il figlio del temuto capo dell’Hydra è esperto in quasi tutte le tecniche di combattimento a mani nude, ma anche U.S.Agent ha avuto un ottimo addestramento, migliore di quello del giovane Strucker, forse. È il momento di saperlo. Quando Andreas gli sferra un calcio della tigre alla mascella, Agent barcolla per un attimo, poi si pulisce un rivolo di sangue con il dorso della mano guantata e, rivolto al suo avversario, dice:

-Tutto qui?-

            Il colpo che gli sferra spedisce il tedesco contro la parete opposta ed Agent non gli dà il tempo di riprendersi, lo afferra per il collo e lo sbatte contro la parete, puntandogli lo scudo alla gola:

-Ed ora nazista, chi pensi che sia il vincitore?-

            Andreas Strucker annaspa cercando disperatamente di inalare aria attraverso la trachea ostruita, poi, all’ultimo momento, un destino beffardo viene in suo aiuto.

 

 

6.

 

 

            Un destino beffardo davvero. Miss America sta usando una nuova versione dei dardi che usava quando era Diamante contro i soldati androidi, solo per scoprire la loro scarsa efficacia, uno di essi la colpisce al mento e lei cade all’indietro, finendo contro Spirito Libero. In un bizzarro effetto domino, la bionda eroina spinge a sua volta Andrea Strucker, che finisce accanto al fratello.

             Un solo attimo basta alla donna per valutare la situazione e tendere la mano verso il fratello. Il tempo sembra quasi congelarsi, mentre le mani dei due gemelli infine si toccano ed in quel momento U.S.Agent è attraversato da una doppia scarica d’energia e calore allo stomaco ed alla schiena. Il pur possente fisico dell’eroe americano è scosso dal violento colpo ed Agent cade in ginocchio, e poi a terra.

            Andreas ed Andrea Strucker si stringono le mani.

-Perfetto sorella.- dice Andreas, ed ora passiamo alla seconda fase.-

 

            Sei Capitan America e ti batti come un leone. I tuoi avversari non sono umani, ormai lo hai capito, e non lesini i colpi. Un po’ di superforza ti farebbe molto comodo, ma quasi tutti i tuoi predecessori ne erano privi, eppure hanno sempre trionfato contro le avversità. Tu non disonorerai la loro memoria, non si arrenderai a nessun costo.

            Non sai quanto tempo è passato, non sai cosa è successo ai tuoi alleati, ti fermi solo quando senti una mano che ti tocca la spalla destra e ti giri per vedere…

 

            … Spirito Libero. Per poco non la colpivi, ma è stata abbastanza rapida da bloccare lo scudo, grazie a Dio.

-Li hai sconfitti.- dice lei –Ce l’hai fatta.-

-Solo per poco.- rispondi –Sono inarrestabili e si stanno raggruppando di nuovo, eppure dobbiamo sconfiggerli.-

-Sono con te amico.- interviene Battlestar –Fino all’ultimo.-

            Ma c’è speranza, ti chiedi?

 

 

7.

 

 

            Guardian è sommerso dai costrutti di Arnim Zola, esseri le cui masse si fondono per diventare un unico essere che minaccia di soffocarlo in spire di materia quasi fluida. Sotto la sua maschera, James MacDonald Hudson è un uomo di scienza, ha inventato l’esoscheletro che gli fornisce i poteri, sa come usarlo al meglio. Raccoglie tutta l’energia di cui può disporre e la convoglia in una singola, potente, scarica elettromagnetica. Il risultato è spettacolare, per così dire. In qualche modo la coesione molecolare del costrutto di Zola è stata dissolta ed ora il pavimento e le pareti sono coperte di informe materia giallastra.

            Battlestar si avvicina a Guardian ed allunga una mano, ma l’eroe canadese, lo ferma.

-Non toccarmi!- gli urla, brusco, Guardian –I sistemi dell’armatura sono andati in tilt. Il sovraccarico di ritorno è troppo perché i sistemi riescano a sopportarlo, ho meno di due minuti per disattivare il sistema o il mio esoscheletro esploderà riducendo in briciole tutta quest’ala della base.- Mentre parla, le sue dita hanno già cominciato a manovrare i delicati comandi della sua uniforme –Filate!- intima loro –Credetemi, non vorrete essere qui se ci sarà l’esplosione.

-Non possiamo lasciarti…- comincia a dire Cap.

-Vai, ragazzo!- ribadisce Guardian -Quel che dovete fare è più importante delle nostre vite, almeno e non preoccuparti per me, non ho alcuna intenzione di finire su una luna di Giove per altri 10000 anni.-

         Cap scuote la testa, non è sicuro di aver capito cosa vuol dire Guardian,[5] ma sa che il tempo stringe davvero.

         Fa un cenno agli altri ed insieme cominciano a correre. Hanno solo 20 minuti, ormai.

 

         Lontano da questo scenario, a New York Sam Wilson partecipa ad un banchetto elettorale. Uno degli inconvenienti della vita politica, pensa, metà delle mani che sta stringendo nemmeno sa a chi appartengono. Eppure sua sorella Sarah ha ragione, non può sottrarsi agli obblighi mondani connessi alla sua carica. Eppure si sente un po’ a disagio, come se non appartenesse realmente a quel posto e dovessero smascherarlo da un momento all’altro. Nei panni di Falcon contro Boss Morgan si troverebbe molto più a suo agio, ahimè.

         Anche Sarah si sente un po’ un pesce fuor d’acqua, anche se Sam ammette che sa ben portare con eleganza e dignità il modesto abito da sera che si è procurata.

         Improvvisamente, ecco una voce a distoglierlo dalle sue elucubrazioni

-Il Senatore Sam Wilson, giusto?-

         L’uomo di fronte a lui ha la pelle quasi color dell’ebano, ha pressappoco la sua età, occhi penetranti sotto un paio d’occhiali dalla montatura sottile ed una rada barba gli incornicia guance e mento.

-Io sono il Senatore degli Stati Uniti Kamal Rakim e non vedevo l’ora di conoscerla.-

         Magnifico, pensa Sam.

 

         Una svolta nel corridoio, solo per trovarsi di fronte ai Fenris in assetto da battaglia e dietro di loro, il resto dei loro seguaci e... i soldati della base chiaramente in trance.

-Coraggio, eroi, vediamo se saprete sconfiggerci tutti.- dice Andrea Strucker con un sorriso maligno.-

         Spirito Libero dice semplicemente:

-Uno di noi deve passare, arrivare alla camera dei missili, a qualunque costo, quindi, avanti!-

         Tu non puoi fare a meno di ammirare il suo coraggio mentre si getta contro i nemici. Non c’è scelta, pensi. Lei ha ragione: a qualunque costo almeno uno di voi quattro deve farcela. Siete obbligati a vincere.

 

 

8.

 

 

         Un solo passo falso e sarà la fine, pensa Guardian. C’è già passato una volta e, come ha detto a Cap, non intende ripetere l’esperienza. Ha imparato molto da allora. Ha inserito nuove salvaguardie nell’esoscheletro e deve solo premere un piccolo pulsante e sperare di non aver commesso errori. Solo premere un pulsante, solo questo.

 

         Quattro eroi, due uomini e due donne e si battono come furie, perché non ci sono solo le loro vite in gioco, ma milioni di altre. La prima a cadere è Miss America, sommersa dalla pura e semplice forza del numero degli avversari, poi Battlestar è caduto colpito dalla forza di un raggio dei Fenris che ha deliberatamente intercettato per proteggervi ed ora, gli stessi Fenris si parano dinanzi a te e Spirito Libero.

-Vai!- ti incita la tua compagna –Io resto a trattenerli.-

-Ma…-

-Non discutere! Ricordi? Uno di noi deve per forza arrivare in fondo o sarà la fine per tutti. Io non conto, nessuno di noi conta, ma loro non devono vincere.-

-Belle parole, Capitano, ma lascerai davvero la tua compagna da sola contro tutti?- t’irride Andreas Strucker.

         Tu rimani un attimo fermo, poi rivolgi uno sguardo triste a Spirito Libero, quindi, cominci la tua corsa senza voltarti indietro.

 

         Cerchi di non pensare a Spirito Libero o agli altri. Ora davanti a te c’è un gruppo di uomini armati, ipnotizzati in qualche ignoto modo. Non importa, non permetterai loro di fermarti. Non importa quanti sono, non hai altra scelta che sconfiggerli ed è quello che fai. Non sono alla tua altezza come combattenti, i loro riflessi sono rallentati da qualunque cosa li abbia resi dei facsimili di zombie. Ti è facile evitare i loro colpi, abbatterli con i tuoi pugni e calci e l’uso sapiente dello scudo. Vinci, ma non provi soddisfazione. Neanche questo importa, perché devi raggiungere la tua meta e non rimane molto tempo.

            hai vinto ogni sfida ora devi raggiungere il tuo obiettivo e tutto il sangue, il sudore, le lacrime, i sacrifici avranno un senso. C’è solo una porta tra te e quello che devi fare, una porta d’acciaio temperato ed un solo uomo dinanzi ad essa; l’ultima sfida.

Il suo nome è Crossbones e tu sei Capitan America e per il bene dell’umanità non puoi perdere questa sfida.

 

 

FINE TERZA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

         Eccoci alla fine di un episodio teso e pieno d’azione. Ci avviciniamo alla risoluzione di alcuni misteri che ci hanno accompagnati quasi dall’inizio di questa serie, e qualcuno dirà: era ora. -_^

         Ma veniamo alle note:

1)   Roberta Mace è stata rapita dalla Tigre Volante, alias Michael Walter Rogers. Qual è il legame di quest’uomo con Steve Rogers, l’Originale Capitan America? Chi di voi ha letto i primi episodi di questa serie conosce già la risposta, o almeno la risposta che ha dato lui, gli altri dovranno aspettare il prossimo episodio per tutti, ma proprio tutti, i dettagli. Ma nel frattempo, altri due interrogativi rimangono senza risposta: cosa vuole Tigre Volante dalle sorelle Mace? Qual è il suo legame con i loro genitori? Il primo incontro tra la Tigre Volante e Lizzie Mace era una coincidenza o qualcosa di più sinistro? E cosa vuol dire la frase sibillina: “La giungla respira”? Almeno a quest’ultima domanda qualcuno di voi potrebbe possedere la risposta. Se è così, mi raccomando, non raccontatela troppo in giro.?

2)   A proposito di domande, chi è la bambina al cui capezzale si reca Sharon Carter? Perché si trova in un ospedale? E che conseguenze avrà sulla sua vita e le nostre storie? La risposta non tarderà ad arrivare, promesso -_^

3)   Il ritorno di Modok e della sua fazione rinnegata dell’A.I.M. vi ha sorpreso? Io non ne sono tanto convinto. La domanda ì, però è: che scelta farà il Maggiore Libertà?

4)   Contrariamente alle aspettative, non abbiamo avuto il segreto di un laboratorio tedesco. Per questo dovrete, ahimè, aspettare il prossimo episodio e non ve né pentirete… Beh, almeno lo spero -_^

Nel prossimo episodio: Capitan America ha solo cinque minuti per sconfiggere Crossbones ed impedire l’olocausto nucleare, ma chi gli garantisce che il Teschio Rosso, Arnim Zola e Machinesmith stiano giocando pulito soprattutto… chi ci assicura che ci siano davvero loro dietro a tutta questa sciarada?

         C’è un solo modo per scoprirlo essere qui e leggere Capitan America #29, io assicuro che non ve ne pentirete, ma sono un giudice molto poco imparziale -_^

 

 

Carlo



[1] In Uncanny X Men #94/95 (Capitan America, Corno, #116/117 o X Men Classic, Star, #1)

[2] Pari a circa 609 metri e 58 cm.

[3] Arnim Zola, il cosiddetto Bio fanatico

[4] Accadde in Capitan America #453 (Capitan America & Thor #33)

[5] Ma voi si, vero?-